1) Nerino
2) Gigetta
3) Gigiotto detto Gioggio
4) Tano
5) Biondina-Bellina
sono i miei gatti diciamo che vivono in pianta stabile da me.
Di questi gli unici che si fanno accarezzare sono nell'ordine:
Gigetta Nerino e Biondina Bellina
Ne esistono anche altri 4 che bazzicano la mia villetta ma a cui non ho ancora dato un nome preciso e che sono:
6)-Nerone OcchiBelli (un gatto completamente nero dagli occhi bellissimi).
7)-Soriano Sfuggente (come dice il nome un Soriano bastardo che fugge appena mi vede.)
8)-Marroncina Bruttina (dalle macchie nere-marrone scuro persino sul muso e su mantello arancione... indefinibili)
9)-Arancino Bello che sembra un arancino... dal colore arancione con striature bianco-gialle.
Una bella famiglia.
Fortuna che a parte i primi gli altri vengono saltuariamente a reclamare la loro razione di cibo. Segno evidente che hanno altre fonti di sussistenza.
Del resto il garage nell'altra palazzina (pari a oltre 100 mq) è a loro completa disposizione.
A breve pubblicherò le loro foto.
LdV
Chi non riesce a vedere l'infinito negli occhi di un piccolo animale sperduto ed indifeso non riuscirà a vederlo mai in nessun'altra cosa.
(L. Da Vinci)
MADRE TERESA DI CALCUTTA: GLI ANIMALI AVVICINANO A DIO
Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l'odio né la guerra. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima. Perché non conoscono l'invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremo molto vicini a Dio.
Madre Teresa di Calcutta.
MADRE TERESA DI CALCUTTA: GLI ANIMALI AVVICINANO A DIO
Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l'odio né la guerra. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima. Perché non conoscono l'invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremo molto vicini a Dio.
Madre Teresa di Calcutta.
giovedì 24 gennaio 2013
mercoledì 23 gennaio 2013
La famiglia N & G
N. (Nerino) e G. (Gigetta) sono due gatti (ex)randagi che hanno trovato ricovero (e cibo) presso di me e per un puro caso.
La villetta dove abito è circondata da un ampio giardino e un giorno mentre davo l'acqua alle piante, da dietro un cespuglio di edera che si inerpicava lungo una parete scoscesa che dava in una zona selvatica (detta appunto La Silvia) vidi uscire alcuni gattini nati da poco, massimo 10-15 giorni.
Per errore con l'innaffiatoio avevo buttato dell'acqua in quella direzione e quando mi resi conto dei gattini mi fermai immediatamente, non solo, ma mi premurai ad asciugare i gattini, che sebbene fosse piena estate (eravamo a metà luglio dell'anno scorso), tremavano di freddo (e di paura).
Dopo averli asciugati e coccolati misi alcuni piattini di plastica che riempii di latte e loro bevvero a sazietà.
Della madre non c'era ombra... ma qualche ora dopo la vidi arrivare e, contrariata, fece quella scelta che di norma fanno le mamme gatta quando ritengono i loro piccoli in pericolo: ad uno ad uno li portò via in altra direzione verso una zona impervia al di la della strada sul costone che sale verso la Villa Comunale.
Ne fui rammaricato e a nulla valsero le mie frasi pronunciate con tono accattivante... nulla da fare.
Nel giro di un paio d'ore tutti i gattini se li portò "al sicuro" in un posto che si scelse lei.
Erano trascorse un paio di settimane da quell'episodio e un bel giorno (eravamo ai primi di agosto) vedo un gatto nero attraversare per lungo la veranda della cucina.
Istintivamente gli rivolgo un "Ciao piccolino" e lui per niente intimorito si ferma e mi guarda.
Era giovane sì, ma aveva non meno di 6-8 mesi e quindi certamente non era fra quelli che mamma gatta si era portati via il mese prima.
Infatti, come scoprii dopo, era nato verso metà febbraio, trovato poco prima di Pasqua ed allevato dai figli di un mio amico che abitava in una villetta poco distante, ma che subito dopo Pasqua avevano abbandonato a se stesso, perché dovevano rientrare in quel di Firenze e non si potevano prendere cura del piccolo.
Infatti la cosa che mi colpì già la prima volta che "gli parlai" con quel "ciao piccolino" fu il fatto che lui non avesse affatto paura di me... segno che è abituato all'uomo... mi dissi... o forse magari apparterrà a qualcuno del vicinato.
Gli versai del latte in una ciotolina e lui bevve con avidità, non solo, ma in meno di qualche minuto lo sentii "strusciarsi" sul mio polpaccio e accennai ad una carezza.
Si lasciò accarezzare e da quel momento diventammo "amici".
Mi premurai a fare indagini in giro per cercare di capire se appartenesse a qualcuno e finalmente trovai quel mio amico della villetta che sta a 200 mt. dalla mia che nel frattempo era rientrato da Firenze e che mi disse che lo aveva rivisto ora dopo ben oltre 5 mesi.
Gli dissi che lo "avevo adottato" anch'io e così non ci stupimmo più se Nerino (così lo aveva battezzato lui e così presi a chiamarlo anch'io) a volte spariva per un paio di giorni, segno evidente che andava a "vivere" nell'altra villa, e così anche lui si tranquillizzò, soprattutto perché da lì a poco sarebbe dovuto ripartire e fu felice di saperlo in buone mani (le mie).
Ma le sorprese non dovevano finire lì.
Quando lui ripartì per Firenze... Nerino continuava regolarmente ad assentarsi per periodi più o meno lunghi per poi rientrare in casa e farsi lunghe dormite che a volte duravano anche 2-3 giorni di fila.
.............
continua
La villetta dove abito è circondata da un ampio giardino e un giorno mentre davo l'acqua alle piante, da dietro un cespuglio di edera che si inerpicava lungo una parete scoscesa che dava in una zona selvatica (detta appunto La Silvia) vidi uscire alcuni gattini nati da poco, massimo 10-15 giorni.
Per errore con l'innaffiatoio avevo buttato dell'acqua in quella direzione e quando mi resi conto dei gattini mi fermai immediatamente, non solo, ma mi premurai ad asciugare i gattini, che sebbene fosse piena estate (eravamo a metà luglio dell'anno scorso), tremavano di freddo (e di paura).
Dopo averli asciugati e coccolati misi alcuni piattini di plastica che riempii di latte e loro bevvero a sazietà.
Della madre non c'era ombra... ma qualche ora dopo la vidi arrivare e, contrariata, fece quella scelta che di norma fanno le mamme gatta quando ritengono i loro piccoli in pericolo: ad uno ad uno li portò via in altra direzione verso una zona impervia al di la della strada sul costone che sale verso la Villa Comunale.
Ne fui rammaricato e a nulla valsero le mie frasi pronunciate con tono accattivante... nulla da fare.
Nel giro di un paio d'ore tutti i gattini se li portò "al sicuro" in un posto che si scelse lei.
Erano trascorse un paio di settimane da quell'episodio e un bel giorno (eravamo ai primi di agosto) vedo un gatto nero attraversare per lungo la veranda della cucina.
Istintivamente gli rivolgo un "Ciao piccolino" e lui per niente intimorito si ferma e mi guarda.
Era giovane sì, ma aveva non meno di 6-8 mesi e quindi certamente non era fra quelli che mamma gatta si era portati via il mese prima.
Infatti, come scoprii dopo, era nato verso metà febbraio, trovato poco prima di Pasqua ed allevato dai figli di un mio amico che abitava in una villetta poco distante, ma che subito dopo Pasqua avevano abbandonato a se stesso, perché dovevano rientrare in quel di Firenze e non si potevano prendere cura del piccolo.
Infatti la cosa che mi colpì già la prima volta che "gli parlai" con quel "ciao piccolino" fu il fatto che lui non avesse affatto paura di me... segno che è abituato all'uomo... mi dissi... o forse magari apparterrà a qualcuno del vicinato.
Gli versai del latte in una ciotolina e lui bevve con avidità, non solo, ma in meno di qualche minuto lo sentii "strusciarsi" sul mio polpaccio e accennai ad una carezza.
Si lasciò accarezzare e da quel momento diventammo "amici".
Mi premurai a fare indagini in giro per cercare di capire se appartenesse a qualcuno e finalmente trovai quel mio amico della villetta che sta a 200 mt. dalla mia che nel frattempo era rientrato da Firenze e che mi disse che lo aveva rivisto ora dopo ben oltre 5 mesi.
Gli dissi che lo "avevo adottato" anch'io e così non ci stupimmo più se Nerino (così lo aveva battezzato lui e così presi a chiamarlo anch'io) a volte spariva per un paio di giorni, segno evidente che andava a "vivere" nell'altra villa, e così anche lui si tranquillizzò, soprattutto perché da lì a poco sarebbe dovuto ripartire e fu felice di saperlo in buone mani (le mie).
Ma le sorprese non dovevano finire lì.
Quando lui ripartì per Firenze... Nerino continuava regolarmente ad assentarsi per periodi più o meno lunghi per poi rientrare in casa e farsi lunghe dormite che a volte duravano anche 2-3 giorni di fila.
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continua
Gatti e felini
Un nuovo blog sui gatti e sui felini.
Ne vedrete delle belle.
TUTTE E SOLTANTO STORIE VERE!!!
Ne vedrete delle belle.
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