Spulciando nei vari siti e blog di sedicenti amanti degli animali in generale e dei gatti in particolare, la cosa che più mi ha stupito è la "nonchalance" nel parlare di "sterilizzazione" degli animali come se fosse una cosa assolutamente gradevole per coloro che la subiscono.
Pensare di "risolvere il problema del sovraffollamento" sterilizzando tutti i gatti randagi è semplicemente da idioti, perché ne esisteranno sempre una nutrita percentuale che riusciranno a sfuggire alla cattura e a continuare quella cosa per la quale la Natura (o Dio) li ha creati: la riproduzione!
Di converso, nessuno di loro (e dico NESSUNO) si pone minimamente il problema se il gatto (o il cane) che subisce quel trattamento prova una qualche forma di "disappunto" per quello che gli è stato fatto, e se, qualora ne avessero coscienza di essere stati "evirati" proprio da quegli stessi esseri "umani" ai quali avevano dato la loro fiducia ed il loro affetto, continuerebbero ad amarli.
Personalmente credo di no!
Nonostante i meriti di Konrad Lorenz che ha fondato quella scienza che si chiama Etologia, e dopo aver vissuto un paio d'anni a contatto con una colonia nutrita di felini, penso PRESUNTUOSAMENTE che l'etologia sia ancora tutta da RISCRIVERE!
Certo, l'errore nel quale si può incappare, e nel quale incappa la quasi totalità dei ricercatori, è una frettolosa generalizzazione di certi comportamenti specifici di alcuni individui e, a sgombrare subito ogni dubbio, chiarisco immediatamente che anche nei felini è rarissimo trovare due individui caratterialmente uguali e di conseguenza è come estrapolare una regola generale dal fatto che un "umano" massacri i propri figli affermando, sic et sempliciter che TUTTI GLI UOMINI MASSACRANO I PROPRI FIGLI!
E allora, chiediamoci come mai un cucciolo (e a me è successo in almeno 10 casi) che viene "preso a forza" per dargli una "medicina" amara alla fine ci mette anni per recuperare la fiducia di farsi almeno accarezzare mentre in alcuni casi questa fiducia non la recupererà più.
E io ne ho verificato "personalmente" la cosa. Nonostante sia riuscito a salvarne una decina da morte sicura oggi me ne ritrovo almeno 5 di loro che sfuggono letteralmente il mio contatto. Gli altri sopravvissuti invece o hanno dimenticato la "brutalità" o semplicemente hanno capito che era per il loro bene e quindi si lasciano avvicinare ed accarezzare.
Ma torniamo alla "sterilizzazione".
Volete che il vostro "amico" vi rispetti e vi ami davvero? Rispettatelo ed amatelo come vorreste che lui vi amasse e vi rispettasse, e quindi chiedetevi cosa provereste se "a parti invertite" lui, PRENDENDOVI IN GIRO e con un subdolo TRADIMENTO vi castrasse o vi sterilizzasse!
Chiedetevelo... e se continuate a non capire...
fate la cortesia di NON DIRE CHE AMATE GLI ANIMALI!!!
Se lo fate siete FALSI e IPOCRITI!
LdV
Chi non riesce a vedere l'infinito negli occhi di un piccolo animale sperduto ed indifeso non riuscirà a vederlo mai in nessun'altra cosa.
(L. Da Vinci)
MADRE TERESA DI CALCUTTA: GLI ANIMALI AVVICINANO A DIO
Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l'odio né la guerra. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima. Perché non conoscono l'invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremo molto vicini a Dio.
Madre Teresa di Calcutta.
MADRE TERESA DI CALCUTTA: GLI ANIMALI AVVICINANO A DIO
Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l'odio né la guerra. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima. Perché non conoscono l'invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremo molto vicini a Dio.
Madre Teresa di Calcutta.
sabato 14 giugno 2014
domenica 18 maggio 2014
Non solo gatti
E non tutti i cani sono cattivi, proprio come gli esseri umani... ci sono quelli stronzi e quelli dolcissimi... i carnefici e le vittime.
da: http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2014/05/17/1066778-animali-cane-matera.shtml?rtgx_plc=news_overlay&ssidc=tmpjdbrkbb

Calimero fuori del cancello della sua ex casa
da: http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2014/05/17/1066778-animali-cane-matera.shtml?rtgx_plc=news_overlay&ssidc=tmpjdbrkbb
Matera, cagnolino buttato fuori di casa da mesi vive accanto al cancello
Tristissima storia che ha come protagonista Calimero, due anni e 11 Kg di peso. Con l'arrivo del nuovo cane per lui non c'era più posto ed è stato gettato via come spazzatura. Lui non si rassegna e non si allontana dalla "sua famiglia"

Roma, 17 maggio 2014 - Letteralmente buttato fuori di casa, o meglio del cancello della villona che era la sua casa. A Matera. La storia di Calimero si racconta a parole ma, ancora di più, si vede guardando le foto che pubblichiamo. Lui, piccolo e nero come il nome che porta, rannicchiato vicino al cancello della sua ex casa ad aspettare che la porta si apra di nuovo e possa tornare dentro. Una scena che strazia il cuore.
Calimero era un cucciolotto adottato da una famiglia "per bene", come si usa dire, con grande villa e giardino nella periferia di Matera. Forse, però, era troppo buono, troppo piccolo, magari troppo nero. Così un giorno la famiglia sceglie di prendere un cane da guardia, un maremmano. All'inizio sembra che l'intenzione sia quella di far vivere insieme i due quattrozampe. Ma le cose vanno diversamente. Passa qualche giorno e Calimero vola letteralmente fuori di casa, anzi del cancellone del villone. Come fosse un sacchetto di spazzatura depositato in strada in attesa che qualcuno lo porti via.
Lui, naturalmente, non riesce a capire perché quella porta gli resta chiusa in faccia e non si apre per accoglierlo nei luoghi familiari. Così tenta, più volte, di intrufolarsi dentro per riabbracciare chi forse "per errore" l'aveva cacciato fuori lasciandolo senza cibo, senza cure, senza tetto. Ma il nuovo cane, il maremmano, non l'ha accettato e lo ha aggredito staccandogli un pezzo di naso. Così Calimero è tornato fuori, proprio fuori del cancello dove si è messo ad aspettare con pazienza che la porta gli fosse di nuovo aperta, che la sua famiglia lo riprendesse.
Sono passati giorni, poi mesi e altri mesi. Pioggia, freddo, fame, solitudine. Lui è rimasto sempre là, fuori dal cancello. Una signora intenerita gli portava da mangiare gli avanzi. Ed è stata proprio lei, commossa, che ha raccontato la storia di Calimero ai volontari che sono intervenuti. Hanno preso Calimero e lo hanno portato dal veterinario. Qui un'altra brutta notizia: ha la leishmaniosi. Ora Calimero ha bisogno dell'aiuto di tutti.
Perché servono cure e serve tanto amore che gli faccia dimenticare tutto quello che ha patito. Lui è cicciottello e buonissimo. I volontari si rivolgono a tutti perché non sono in grado di coprire le spese, non hanno neanche uno stallo dove sistemarlo in via temporanea. Calimero ha circa 2 anni, pesa 11 kg, è molto dolce con gli umani, timoroso con i cani esuberanti ma non aggressivo. Accetta anche i gatti. Per i volontari di Materaè un'emergenza assoluta e il canile non è neanche pensabile: vi sono ricoverati circa 2.000 cani e non ci sarebbe possibilità di cure. Calimero, al quale è stato tolto tutto, aspetta adesso che la vita gli restituisca qualcosa. Amore, dolcezza, cure. Cerca famiglia ed è adottabile in tutta Italia.
per info giovisceglia@yahoo.it
per info giovisceglia@yahoo.it
giovedì 15 maggio 2014
Anche i gatti sanno essere degli eroi
(da altopascio.info)
Il gatto eroe che salva un bambino
Posted by: Laura
Un video sta girando in rete, protagonista un gatto eroe che salva un bambino. Si tratta delle immagini di una telecamera di sicurezza, in California, nelle quali si vede un bambino mentre gioca in bicicletta davanti casa. Ad un tratto un cane si avventa sul piccolo, mordendolo, e sarebbe stato il peggio, se non fosse intervenuto a tutta velocità il gatto, eroe di famiglia, che mette in fuga l’aggressore.
Così la mamma del bambino ha deciso di divulgare le immagini, per ringraziare a suo modo il gatto e mostrare quanto anche i felini possano essere i migliori amici dell’uomo.


lunedì 28 aprile 2014
Attenzione! Se regalate dei gattini occhio a quali mani vanno!
Riporto da FB Gatti Unico Amore il post sottostante:
Non so se questa notizia sia vera o meno, ma nel dubbio è meglio diffonderla! Se fosse vero si deve fermare questo pazzo (per non dire altro)!
mercoledì 23 aprile 2014
Devo la mia vita ad una gattina!
Da bambino sono stato salvato da una gatta. Ha strillato come una pazza e ha svegliato i miei quando, dimenticando la stufa a gas accesa avevo perso i sensi durante la notte. Ecco, oggi che sono trascorsi quasi 50 anni da allora la mia vita la dedico a loro! Gliela devo!
venerdì 18 aprile 2014
Dina, una madre pronta a dare la vita per il suo cucciolo.
Dina è la gatta bionDina (da cui ha preso il nome) che (probabilmente) è la stessa che da piccolissima si era accoccolata fra i miei piedi per pochi minuti. Sua madre, scoperta nel mio giardino con la sua nidiata di cuccioli li stava trasportando, uno per volta, in altri posti più reconditi e questa piccola, per nulla spaventata dalla mia presenza, e probabilmente apprezzando il mio gesto di averle offerto un piattino di latte mentre sua madre era assente, si era accoccolata fra i miei piedi, mentre io, seduto, osservavo la scena di sua madre che non volle saperne di lasciarli nel mio giardino e se li portava via.
Perché dico che forse era la stessa gattina?
Perché circa un anno dopo, quando seppi della comunità di gatti randagi che viveva poco distante da casa mia decisi di portar loro anch'io qualcosa da mangiare.
I gatti sono estremamente diffidenti e solo dopo molto tempo vi danno la loro fiducia. Ma agli inizi sebbene facessero capolino lasciandosi intravedere da me, aspettavano sempre che io me ne andassi, prima di portarsi dove avevo lasciato il cibo e lo mangiassero.
L'unica che invece da subito si diresse decisamente verso di me senza alcuna paura fu proprio Dina e ci misi del tempo per capire come mai si comportasse in modo così marcatamente diverso rispetto agli altri gatti. E quindi la mia teoria ha un suo fondamento valido, anche perché, da subito, lasciò che io la accarezzassi e (probabilmente per farmelo capire) mentre sversavo il cibo si metteva proprio nel bel mezzo dei miei piedi e si strusciava contro i miei polpacci.
Poi partorì anche lei (era una delle tre mamme-gatte che si erano consorziate) e un giorno, quando i piccoli cominciavano a muoversi in lungo e in largo, uno di questi, mentre attraversava la strada, distratto dal rumore di una macchina che sopraggiungeva dalla parte alta della discesa di fronte a casa mia, rimase come paralizzato in mezzo alla strada mentre la macchina continuava la sua discesa.
Io ero troppo distante (una ottantina di metri) per poter intervenire efficacemente, e rimasi anch'io come paralizzato sebbene pronto a strillare fortissimo se il tizio dell'auto non avesse rallentato.
Fu allora che vidi una scena terribile e bellissima!
Dina che era nelle immediate vicinanze si portò vicina al piccolo, cercando di prenderlo per la collottola, ma essendo il cucciolo già cresciutello e lei piuttosto piccolina di stazza, non ci riuscì, ed allora prese la decisione estrema: gonfiò il suo corpo per farsi "vedere" e si frappose fra il piccolo e la macchina che intanto stava sopraggiungendo.
Il tizio in macchina, una persona coscenziosissima, che invito a farsi riconoscere se ricorda questa scena, bloccò l'auto a due metri circa dai due gatti ed allora il piccolo, superata la paura e spinto dalla madre, si portò insieme a lei sul marciapiede, dopo di che il tizio, meravigliato di tanto amore pronto al "sacrificio", con un sorriso, si allontanò.
Questa è Dina!
Potete anche non credermi, ma è la PURA E ASSOLUTA verità!
lunedì 31 marzo 2014
Ma i gatti del mio circondario a quali razze appartengono?
È questa una domanda che mi sono posto spesso e così ho deciso di fare delle ricerche e poi di mettere l'immagine scaricata da Internet e associarla (dopo) a una foto che conto di scattare presto a ciascuno di loro.
Cominciamo con Fumino.
L'avevo chiamato così perché sembra dal colore "fumo di Londra" o anche cinerino. È uno dei gattini nati a maggio-giugno dello scorso anno (quindi ora dovrebbe avere circa 10-11 mesi) ed è uno dei due ammalati di clamidia che sono riuscito a salvare dandogli (dopo averlo "catturato") l'antibiotico giusto.
E solo per due dosi... Un miracolo.
Un altro dei suoi fratellini che riuscii a "catturare" riuscì a salvarsi mentre altri 4 che riuscivano a scappare e che riuscii a "prendere" solo quando fu troppo tardi morirono il giorno dopo nonostante le cure.
Questa "cattura" li rese successivamente molto schivi e mi sfuggivano ogni volta che mi vedevano. Io li lasciavo fare, finché un bel giorno, proprio Fumino si venne a strusciare sulla mia gamba mentre gli versavo il cibo nel piattino e da allora è dolcissimo con me, facendosi fare e facendomi le coccole mi sta sempre vicino. Sicuramente ha capito che quando lo avevo preso a forza lo avevo fatto per salvargli la vita e oggi mi ricambia quell'amore.
Ed ecco qui la prima foto della sua razza:
british shorthair
O forse è un Certosino?
Il gatto Certosino
È una delle razze feline più antiche. È stato importato in Francia dall'Oriente dai cavalieri Templari nel 1100 circa.
da: www.100caniegatti.it
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Poi c'è Nebbia, la gatta dei miei vicini di casa che preferisce stare nel mio giardino (e con me) anche se è assolutamente libera di fare quel che vuole:
Nebelung
Il Nebelung è una razza piuttosto rara di gatto domestico. Caratteristiche peculiari sono un corpo lungo e bilanciato, pelo fitto e semi-lungo, occhi verdi e un’indole mite.
Questa immagine tratta dal sito le assomiglia talmente che sarebbe inutile mettere la sua foto reale:
E ora guardate l'immagine sottostante:
tratta da http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/93/Cat_poster_2.jpg
Se non fosse tratta da wikipedia, all'URL indicato in alto potrei affermare senza ombra di dubbio che si tratta di alcuni dei miei gatti nell'ordine:
1) Fumino
2) Gigetta (mamma di Silver e Arnold, morta (sigh) a luglio dello scorso anno).
3) Il Fratello stronzo di Piumino (senza nome perché è uno stronzo, ma è bellissimo e ha gli occhi D'ORO!!!)
3) Silver
4) Lea
Europeo di 3 colori:
Tina!
Ora lo so che razza è!
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