LdV
Chi non riesce a vedere l'infinito negli occhi di un piccolo animale sperduto ed indifeso non riuscirà a vederlo mai in nessun'altra cosa.
(L. Da Vinci)
MADRE TERESA DI CALCUTTA: GLI ANIMALI AVVICINANO A DIO
Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l'odio né la guerra. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima. Perché non conoscono l'invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremo molto vicini a Dio.
Madre Teresa di Calcutta.
MADRE TERESA DI CALCUTTA: GLI ANIMALI AVVICINANO A DIO
Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l'odio né la guerra. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima. Perché non conoscono l'invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremo molto vicini a Dio.
Madre Teresa di Calcutta.
venerdì 18 aprile 2014
Dina, una madre pronta a dare la vita per il suo cucciolo.
Dina è la gatta bionDina (da cui ha preso il nome) che (probabilmente) è la stessa che da piccolissima si era accoccolata fra i miei piedi per pochi minuti. Sua madre, scoperta nel mio giardino con la sua nidiata di cuccioli li stava trasportando, uno per volta, in altri posti più reconditi e questa piccola, per nulla spaventata dalla mia presenza, e probabilmente apprezzando il mio gesto di averle offerto un piattino di latte mentre sua madre era assente, si era accoccolata fra i miei piedi, mentre io, seduto, osservavo la scena di sua madre che non volle saperne di lasciarli nel mio giardino e se li portava via.
Perché dico che forse era la stessa gattina?
Perché circa un anno dopo, quando seppi della comunità di gatti randagi che viveva poco distante da casa mia decisi di portar loro anch'io qualcosa da mangiare.
I gatti sono estremamente diffidenti e solo dopo molto tempo vi danno la loro fiducia. Ma agli inizi sebbene facessero capolino lasciandosi intravedere da me, aspettavano sempre che io me ne andassi, prima di portarsi dove avevo lasciato il cibo e lo mangiassero.
L'unica che invece da subito si diresse decisamente verso di me senza alcuna paura fu proprio Dina e ci misi del tempo per capire come mai si comportasse in modo così marcatamente diverso rispetto agli altri gatti. E quindi la mia teoria ha un suo fondamento valido, anche perché, da subito, lasciò che io la accarezzassi e (probabilmente per farmelo capire) mentre sversavo il cibo si metteva proprio nel bel mezzo dei miei piedi e si strusciava contro i miei polpacci.
Poi partorì anche lei (era una delle tre mamme-gatte che si erano consorziate) e un giorno, quando i piccoli cominciavano a muoversi in lungo e in largo, uno di questi, mentre attraversava la strada, distratto dal rumore di una macchina che sopraggiungeva dalla parte alta della discesa di fronte a casa mia, rimase come paralizzato in mezzo alla strada mentre la macchina continuava la sua discesa.
Io ero troppo distante (una ottantina di metri) per poter intervenire efficacemente, e rimasi anch'io come paralizzato sebbene pronto a strillare fortissimo se il tizio dell'auto non avesse rallentato.
Fu allora che vidi una scena terribile e bellissima!
Dina che era nelle immediate vicinanze si portò vicina al piccolo, cercando di prenderlo per la collottola, ma essendo il cucciolo già cresciutello e lei piuttosto piccolina di stazza, non ci riuscì, ed allora prese la decisione estrema: gonfiò il suo corpo per farsi "vedere" e si frappose fra il piccolo e la macchina che intanto stava sopraggiungendo.
Il tizio in macchina, una persona coscenziosissima, che invito a farsi riconoscere se ricorda questa scena, bloccò l'auto a due metri circa dai due gatti ed allora il piccolo, superata la paura e spinto dalla madre, si portò insieme a lei sul marciapiede, dopo di che il tizio, meravigliato di tanto amore pronto al "sacrificio", con un sorriso, si allontanò.
Questa è Dina!
Potete anche non credermi, ma è la PURA E ASSOLUTA verità!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Inserisci un Commento